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23 dicembre 2008


6 UTILI ESERCIZI PER NON SBAGLIARE


(parte seconda)


4° esercizio - Vuoi aumentare il tuo range? Raddoppia la distanza di allenamento


Chi di noi non si è mai meravigliato nel vedere alcuni filmati di tiri su animali effettuati a 40,50 e anche a 60 metri con una precisione da far impallidire; quali possono essere i segreti che usano questi tiratori nell'effettuare in modo ripetuto tiri così precisi?

La statistica ci riporta con i piedi per terra e ci dice che la distanza media dei tiri con successo fatti su ungulati è di circa 20 metri. In parecchi casi, quando siamo in presenza di un territorio particolarmente "fitto" anche meno di 20 metri.

Questa indicazione potrebbe essere di per se sufficiente per indicare 20/25 metri come la distanza utile su cui praticare. Niente di tutto ciò è più sbagliato.

Animali diversi, di mole diversa, con abitudini diverse e in condizioni di tiro diverse, fanno si che il nostro tiro sia soggetto a continue variazioni.

Per migliorare in modo significativo il tiro, e allungare contemporaneamente il nostro range di tiro, alleniamoci ad una distanza doppia rispetto alle nostre aspettative di tiro (se riteniamo di effettuare un tiro in un range di 20/25 metri, alleniamoci dai 40/50 metri).

I miglioramenti che avremo nel tiro saranno impressionanti.

Per cominciare, noteremo subito che praticando a distanze così lunghe nulla ci viene perdonato. A 40,50 e 60 metri le possibilità di errore devono essere ridotte ai minimi termini. Il braccio che cade, un rilascio non particolarmente morbido o un errore nell'allineamento dei pins e la freccia impatterà in un punto
non voluto.

A 20 metri ogni errore che facciamo nel tiro ci viene perdonato dalla distanza che è particolarmente breve. Lo stesso errore ripetuto a 40 metri amplia l'errore in modo evidente con risultati negativi nel caso di un tiro su di un ungulato.

Altra componente di non poco conto è l'impatto psicologico che la pratica ad una distanza doppia del nostro range di tiro può avere nel momento in cui dobbiamo effettuare il tiro; per meglio dire, immaginiamo quanto ci sembrerà grande una cassa toracica di un ungulato a 20 metri quando regolarmente pratichiamo ad una distanza doppia o più. Ci sembrerà talmente grande che sarà impossibile sbagliare e ci sembrerà di avere il mirino completamente immobile.
Sarà una bellissima sensazione, una sensazione di sicurezza.

In ultima analisi, è bene dire che aumentando la distanza di allenamento aumenta inevitabilmente anche il nostro range di tiro e se non pratichiamo alle lunghe distanze non saremo mai in grado di effettuare un tiro a quelle distanze.

A questo punto cosa fare? semplice: raddoppiamo la distanza.


5° esercizio - Alleniamoci sempre con le lame

Proviamo ad immaginare un cacciatore che usa la carabina, che tara la propria ottica e che si allena al poligono usando un particolare tipo di munizione; poi nel momento di andare a caccia, cambia la propria munizione senza risistemare il mirino o fare allenamento.

Tutto ciò ci sembra terribile o quanto meno sinonimo di scarsa professionalità ed etica.

Nel mondo della caccia con l'arco tutto ciò succede regolarmente; il 95% dei cacciatori con l'arco praticano con le punte field e passano alle lame poco prima di andare a caccia e questo comportamento è assolutamente depercabile; per migliorarsi nel tiro e acquisire sicurezza occorre praticare almeno per il 50% del tempo che si dedica all'allenamento con le lame che useremo a caccia.

La pratica regolare con le lame ci permetterà di avere una attrezzatura assolutamente perfetta con dei risultati che non potremmo avere in nessun altro modo se non con questo; i
noltre, la pratica regolare con le lame che vorremmo usare a caccia metterà in luce pregi e difetti delle lame che abbiamo scelto; lame di qualità ci permettono mesi di uso senza problemi di alcun tipo mentre lame di scarsa qualità ci consentono a malapena di usarle per una o due sessioni di tiro.

L'uso regolare delle lame da caccia ci consente inoltre di meglio valutare le carattteristiche della freccia che usiamo, come lo spine, l'impennaggio, il peso e così via.

La punta field riesce a nascondere molti difetti nel volo e nella precisione; con le lame tutto viene allo scoperto consentendoci di apportare le correzioni necessarie durante la stagione.

Avere dei dubbi quando si ha l'arco aperto equivale ad avere una ragionevole certezza che il tiro sarà sbagliato e questi dubbi vengono principalmente a chi non ha praticato regolarmente usando le lame da caccia.

Praticare regolarmente con le lame da caccia, può risultare costoso, sia per l'uso delle lame che per i bersagli su cui ci si allena che vengono regolarmente tritati in pochissimo tempo; ma questo non deve spaventare perchè tutto ciò è finalizzato a effettuare un migliore tiro sulla nostra preda.



6° esercizio - Controllare la nostra emotività:

E' difficile cercare di spiegare cosa accade dentro di noi quando l'animale si sta avvicinando ma una cosa è certa: non siamo più gli stessi.

E questo capita a molti, se non a tutti coloro che praticano la caccia con l'arco, anche ai più esperti.

Questo cambiamento di comportamento viene chiamato dagli americani "buck fever" (letteralmente 'febbre da cervo maschio') e si traduce in un comportamento incontrollato del nostro corpo quando siamo in presenza di una preda e in questo caso a farne le spese è la resa nel tiro.

Il problema della "buck fever" è in pratica una forma di tensione fisica e mentale che cresce con l'avvicinarsi della nostra preda.

Ma cosa succede realmente: se da un lato l'adrenalina prepara il nostro corpo aumentando il battito cardiaco e facendoci consumare più ossigeno, dall'altro lato la nostra "emotività" ci fa rallentare il respiro arrivando quasi ad una apnea involontaria e i muscoli si irrigidiscono; mentalmente cominciamo ad avere i pensieri più strani e vediamo il tiro ancora prima di farlo immaginandoci le situazioni più assurde.

E se fino ad un attimo prima eravamo assolutamente certi del nostro risultato ora cominciamo ad avere dubbi e incertezze e siamone certi che tutto ciò influenzerà il nostro tiro.


Cosa possiamo fare? Tre semplici indicazioni:

- Respiriamo in modo completo. La tendenza è di trattenere il respiro ma il nostro corpo, come detto sopra, è sotto l'effetto dell'adrenalina, e per raggiungere le massime prestazioni ha bisogno di una quantità di ossigeno maggiore rispetto alle normali condizioni ossigeno e non è certo trattenendo il respiro che lo aiutiamo; ma non c'è solo questo: cerchiamo di essere meno contratti possibile e di rilassare schiena spalle e collo.

- Pensiamo positivo. cerchiamo di vederci mentre eseguiamo il tiro, apriamo l'arco, andiamo in acoraggio, rilasciamo; guardiamo la freccia impattare esattamente dove avevamo mirato e immaginiamola mentre attraversa completamente la preda. Questo è il pensiero positivo

- Quando arriva il momento del tiro, ripetiamo mentalmente la routine che abbiamo fatto decine e decine di volte in allenamento; prima facciamo questo, poi questo e infine questo, magari assegnando una numerazione ad ogni fase del tiro ( 1- controllo della grip, 2- non abbassare il braccio, 3- allineamento in apertura e così via); più suddividiamo la nostra azione in fasi e più tutto ciò ci distoglierà mentalmente da quello che stiamo facendo aiutandoci a distaccarci completamente da quella emotività che normalmente ci mette a disaglio influenzando il nostro tiro.

Volendo inserire una quarta indicazione, possiamo concentrarci sulla distanza del tiro; ma questo funziona se conosciamo le distanze dell'ambiente in cui ci troviamo (il sasso a x metri, il ramo a y metri e così via) anche questo ci aiuterà mentalmente a distaccarci da ciò che stiamo compiendo.

 

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Una realizzazione di Valerio aka OOLB (Bologna)