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luglio 2009

Le 10 cose da non fare
con il proprio arco
I moderni compound sono macchine altamente sofisticate che immagazzinano una tremenda energia e la rilasciano con un livello di efficienza particolarmente elevato. E questo lavoro viene svolto regolarmente per decine, centinaia di volte in modo assolutamente affidabile.
Ed è proprio questa continua affidabilità che spesso ci porta a sottovalutare alcune precauzioni minime che occorrerebbe porre in essere per evitare brutte sorprese e avere un arco sempre al massimo dell'efficienza.
Ecco di seguito 10 cose da non fare MAI con il proprio arco.


RIPORRE L'ARCO IN POSTI SPORCHI O RIPORLO UMIDO

Gli archi attuali non necessitano di una particolare lubrificazione ma questo non vuol dire che siano inattaccabili agli agenti atmosferici, per cui dopo aver usato il nostro arco in un ambiente umido, fangoso, polveroso sarebbe opportuno riporlo solo dopo averlo controllato attentamente e averlo asciugato ed eventualmente lubrificato (se consigliato dal produttore).

DIMENTICARSI DELLO SPAZIO NECESSARIO PER I FLETTENTI QUANDO SI TIRA

Chi non l'ha mai fatto.
Quando si è concentrati sul bersaglio, si tende a dimenticare lo spazio che ci circonda e ci si dimentica anche dei probabili ostacoli intorno a noi.
E i flettenti non aspettano altro che sbattere contro ostacoli che, presi dalla foga del tiro non avevamo valutato.

MODIFICARE IL LIBBRAGGIO AL DI SOPRA O AL DI SOTTO DELLO STANDARD

I compound nascono di solito con libbraggi contenuti entro un range modificabile di circa 10lbs ed è noto che le case produttrici consigliano nella scelta dell'arco di avvicinarsi al libbraggio massimo per sfruttare al massimo l'efficienza dell'arco.
Così chi ad esempio trova confortevole un libbraggio di poco superiore a 60, dovrebbe orientarsi a scegliere un 50-60 sfruttando il massimo dell'efficienza piuttosto che un 60-70 da tenere poi scarico.
Non è raro però trovare dei compound con libbraggi leggermente al di sopra o al di sotto delle prestazioni dichiarate dal produttore con lo scarto delle 10 libbre (50-60 o 60-70).
Così troviamo archi che hanno viti allentate oltre misura con notevole perdita di efficienza e serie possibilità che sotto sforzo, le viti cedano sparando via i flettenti oppure troviamo archi con le viti serrate oltre misura con possibile pregiudizio circa l'integrità dei flettenti.

FARLO TIRARE A UN'ALTRA PERSONA

Questa cosa è da evitare ac-cu-ra-ta-men-te. A costo di risultare antipatici.
Se l'allungo di chi vuole provare il vostro arco è più lungo del vostro, il rischio di andare oltre il muro è reale e qualcosa potrebbe danneggiarsi; ma non solo, perchè la difficoltà ad ancorare sarà evidente con il conseguente rischio di un rilascio prematuro, una freccia che vaga nel "nulla" o addirittura di un dry shot.
Analoga conclusione se l'allungo è più corto del vostro.
Se poi il nostro arco ha un letoff più "corto" o una valle più lunga rispetto all'arco solitamente usato da chi prova il nostro, l'efffetto sarà quello di sentirsi "tirato dentro" con la solita conseguenza di un rilascio prematuro o di un dry shot.
Un consglio su tutti: fate provare il vostro arco a chi ha realemtne un allungo identico o alquanto simile al vostro e qualora il vostro arco sia settato in modo sublime e irripetibile, non lasciatelo nelle mani di nessuno. :-)


FARE UN DRY SHOT ANCHE USANDO FRECCE TROPPO LEGGERE
Può capitare, per motivazioni diverse, che si apra un arco senza aver incoccato una freccia; se questo deve avvenire, sarebbe opportuno farlo con molta molta attenzione e in ogni caso, se possibile, evitarlo.

Un dry shot crea uno stress e norme sull'arco e sugli accessori ad esso collegati.
Ma un dry shot può capitare anche con la freccia incoccata; questo può capitare se la freccia incoccata si spezza oppure scivola via dalla corda nel momento del rilascio (quest'ultima situazione è molto più frequente di quanto si possa immaginare) oppure, più semplicemente usando frecce troppo leggere. Sappiamo che l'IBO (e molti produttori) raccomandano l'uso di frecce di peso non inferiore a 5 grani per libbra così che un arco di 60 libbre può tirare una freccia di un peso minimo di 300 grani. Ma anche con questo rapporto l'arco subisce uno stress notevole e oltre al rischio di essere danneggiato, risulterà oltremodo rumoroso.
Una freccia vicina ai 400 grani, che solo qualche anno fa risultava molto leggere rispetto agli standard di allora, risulterà molto più silenziosa e meno problematica da tarare, creerà meno stress all'arco e offrirà una maggior penetrazione con una perdita contenuta di 10-15 fps e se a qualcuno questa perdita sembrerà notevole, sappiate che tradotta su un bersaglio, rappresenta un calo di traiettoria compreso tra un pollice e un pollice e mezzo in un bersaglio compreso tra 20 e 25 metri.


NON AVERE CURA DELLA CORDA
C 'è chi pensa che la corda sia un accessorio e non un elemento integrante dell'arco, così quando la corda decide di "abbandonarci" quando magari siamo in apertura, oltre a potre subire un vero e proprio danno fisico, tutto ciò si può tramutare in un arco danneggiato, la prematura fine di una giornata di caccia, una occasione di tiro persa oppure una combinazione di tutto quanto sopra detto.
Eppure è veramente semplice: basta usare la cera con una certa assiduità, ispezionare la corda e cambiarla regolarmente.

DIMENTICARSI DI ISPEZIONARLO REGOLARMENTE

C'è una certa correlazione di questo aspetto con i dry shot in quanto una è la conseguenza dell'altro. Ma non è necessario fare un dry shot perchè basta anche un tiro con una cocca non perfettamente a posto che l'arco può subire con nessuna conseguenza apparente.
Prendiamo l'abitudine di ispezionare regolarmente il nostro arco, cercando linee sospette e altri segni di danneggiamento.

NON USARE LA CUSTODIA O USARNE UNA NON ADATTA
Quando si va a caccia o anche quando si va a fare solo allenamento viene naturale (chi non l'ha mai fatto?) infilare l'arco in macchina o peggio su un fondo rigido di un pickup, di un carro o di un fuoristrada. Pessima idea. Può sempre andare bene, ma ci può essere quella volta che........ e allora rimpiangiamo il fatto di non aver riposto correttamente il nostro arco.
E anche se il nostro arco l'avevamo messo in una custodia morbida questo non ci esonera dal poter avre spiacevoli sorprese.
Una custidia rigida sarebbe meglio; si, è vero.... la custodia rigida è ingombrante, pesante, non sta da nessuna parte...d'accordo...però poi non dite che non l'avevamo detto.

USARE LA PRESSA IN MODO NON CORRETTO

Può un arco essere messo nella pressa in modo errato? Sicuramente.
In primo luogo si può correre il rischio di usare presse sbagliate; Molti produttori di compound raccomandano di non usare presse che tirino l'arco unicamente nella zona dell'impugnatura.
I nuovi archi a flettenti paralleli ad esempio richiedono repsse costruite appositamente per questo tipo di arco.
Un altro ottimo consiglio da parte di molti produttori è di non mettere l'arco in pressa non prima di aver tolto almeno 4 o 5 giri di vite dai fletttenti anche se sarebbe bene precisare dal libbraggio massimo.
Lasciare le viti troppo allentate da separare i flettenti dalr aiser può avere un effetto altrettanto pericoloso.

LASCIARE L'ARCO ALL'INTERNO DI UN VEICOLO SPOSTO AL SOLE
L'alta temperatura è il peggior nemico del nostro arco ed è l'errore in cui è più facile incappare.
Se ciò accade raramente se non mai, nelle azioni di caccia, spesso purtroppo succede di lasciarlo nel portabagagli della macchina parcheggiata sotto il sole rovente; gli effetti possono essere disastrosi: allungamento di corda e cavi, modifica del posizionamento del punto di incocco e del peep sight con totale perdita di "tuning" e qualora le temperature fossero particolarmente elevate, i flettenti potrebbero subire dei danni irreparabili.


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